aggiornamento del 16 marzo 2022
Perché parlare (ancora) di covid? come esempio negativo di management e di engineering, ove per engineering si intenda l’approccio tecnico-scientifico.
A inizio febbraio 2020 mi capitò di leggere il titolo dell’intervista ad un famoso infettivologo, o meglio ad un infettivologo che diverrà poi famoso: stava studiando la peste del Trecento. La PESTE??? del TRECENTO??? Fu allora che iniziai a preoccuparmi seriamente di quello che avrebbero chiamato covid-19, quasi ci fossero altri 18 covid a perseguitarci, e preparare il mio piccolo personale piano pandemico.
Studiare lo stato dell’arte è sempre utile, importante ed encomiabile, ma andare così indietro… peraltro sarebbe potuto risultare istruttivo: dai miei ricordi liceali affiora che proprio durante quella pestilenza chi poteva lasciava la città e “sfollava” in campagna, magari a comporre il Decamerone, senza troppi distanziamenti… Sfollare si usa in guerra, tentare di sfuggire non al virus ma alle bombe lasciando le zone ad alta densità abitativa, nonché di bombardamenti, quali le città, per le campagne, semideserte.
Invece si è fatto proprio il contrario, chissà perché.
Si è seguito piuttosto il “modello Milano” della peste del ‘600, ivi già c’era la mania di chiudere la gente in casa, financo murarla. Risultato: morì il 75% della popolazione. A Venezia presero misure meno drastiche, e morì “solo” un terzo. A Dubrovnik iniziarono con misure drastiche, poi si accorsero che al morbo si aggiungeva la fame, per non parlare dei commerci, ed elaborarono misure più articolate.
Piano pandemico
Non meno interessante sarebbe risultato lo stato dell’arte più recente, cioè il famigerato “piano pandemico”, di cui oramai non si parla più. Lì erano specificate le priorità, le urgenze : ospedali e personale sanitario, separazione fisica tra reparti covid e reparti covid free, forze dell’ordine ed anziani. Qualcosa del genere è stato fatto? Giudicate voi. Il piano pandemico dovrebbe contenere anche indicazioni operative: di quale e quanto materiale sanitario si dispone, dove, dove-come approvvigionarlo, con indicazione di nomi, numeri di telefono e indirizzi mail di responsabili e fornitori. Ma se il piano non viene aggiornato, ovviamente i telefoni suonano a vuoto.
Best practises
Per non parlare delle best practises, cioè i provvedimenti, le misure prese dalle Nazioni che hanno avuto meno contagi e decessi. I media ci hanno bombardato non so quante ore al giorno per due anni sul covid, ma le notizie sugli altri stati sono state pochine, a parte le notizie iniziali sulla Cina.
Si sarebbe potuto e dovuto studiare la “spagnola” di un secolo fa, o l’influenza “asiatica” del 1957: contagi e decessi paragonabili a quelli della prima fase, prima ondata, ma nessuna chiusura.
Dai pochi reportage su nazioni straniere, ho visto due cose interessanti, che sarebbe utile implementare in Italia:
- in Cina, vendita dei prodotti al di fuori del negozio, invece che all’interno. In Italia lo potrebbero fare benissimo le farmacie, i fruttivendoli, che già espongono la merce all’esterno del negozio e tanti altri esercenti, anche approfittando del bel tempo sul Bel Paese.
- In Corea, nelle scuole classi sfalsate di un quarto d’ora per ridurre l’affollamento sui mezzi pubblici, misurazione della temperatura all’ingresso, al momento della mensa e all’uscita. In mensa non si parla, tutti rivolti verso un muro, a guardare quel muro.
Scienziati ed ingegneri
Secondo me la scienza è lo studio, l’interpretazione dei fenomeni e la conoscenza delle leggi che li regolano, i principi che li correlano; l’ingegneria è l’attuazione concreta del sapere scientifico al fine dell’utilità privata e sociale. Le scienze esatte prevedono una base sperimentale e la ripetibilità dell’esperimento. La scienza in genere è molto vicina al buon senso, ma non sempre. Molti penserebbero che un oggetto pesante cada in terra prima di uno leggero, non è così, buttate giù dal vostro balcone una bottiglia d’acqua da un litro e mezzo e una da mezzo litro e vedrete. Per non parlare dei fenomeni quantistici, es. l’effetto tunnel, il comportamento del fotone talora come particella talaltra come radiazione elettromagnetica, ecc.
C’è stata una invasione di campo esiziale, di cui sono colpevoli sia gli ambienti medici, “virologi” e dintorni, sia le autorità governative che sembra non sappiano chi fa che cosa. Stabilire se il virus si propaga per via orale o attraverso il contatto delle mani o altra via spetta a virologi, infettivologi e medici; dopo di che come evitare il contagio spetterebbe ad altri. In altri termini: appurato che il contagio si propaga tramite droplets e aerosol, come si diffondano tali particelle nell’ambiente, se viaggino un metro poi stramazzino a terra, non è da medici – specie da medici che hanno fatto medicina perché non se la cavavano in matematica, come è sfuggito un giorno ad uno dei “virologi” diventati più famosi, e che occupa posizioni apicali. Piuttosto, i “virologi” avrebbero potuto e dovuto esser più precisi, all’inizio parlavano di contagio da contatto, dovevamo utilizzare un disinfettante prima di entrare in un negozio ed indossare guanti, dopo di che da un anno a questa parte non se ne parla più; per fortuna le Ferrovie continuano a mettere gentilmente a disposizione un liquido disinfettante (ma è meglio il flaconcino in tasca). Nella povera e dissestata Italia del Dopoguerra le Ferrovie offrivano ben altro, in tutte le stazioni c’erano le fontanelle dell’acqua, alla Stazione Porta Nuova di Torino ce n’era una ogni due binari, credo anche a Milano, per quanto da me visto anche piccole stazioncine di piccoli comuni avevano la loro brava fontanella. Ciò fino a tutti gli anni ’80, poi dai ’90, gradualmente, tutte eliminate.
A chiunque abbia un minimo di buonsenso pare ovvio che il primo mezzo per evitare il propagarsi di droplets ed aerosol nell’ambiente sia avere davanti a naso e bocca una congrua mascherina che assorba bene il tutto e non lasci passare nulla. Ai virologi no, né a Istituto Superiore della Sanità e Consiglio Scientifico, che per mesi ci hanno detto e ripetuto che le mascherine non servivano a niente. Incredibile. Quanti sono deceduti o si sono gravemente ammalati a causa di questo incredibile errore? quanti si sono dimessi? o inquisiti?
Il Politecnico di Torino
Il Coni, la Federazione Italiana Sport Invernali hanno avuto il buon senso di chiedere al Politecnico di Torino di preparare un protocollo in vista della recente trasferta olimpica: presumibilmente si è trattato di norme ragionevoli, che tutti le atlete/atleti hanno seguito, di fatti se non erro si è contagiata solo una sciatrice alle prese con un indisciplinato passeggero in aereo.
Ulteriore errore sulle mascherine.
Non è stato chiaramente trasmesso il messaggio che le mascherine servono a non diffondere il contagio, a proteggere gli altri, non se stessi. Errore accresciuto quando dalle chirurgiche si è passato alle FP2, con false attese. Il principale vantaggio, se non l’unico, delle FP2 è che coprono meglio, è più scomodo abbassarle, mentre troppe chirurgiche sembravano sdruciti pezzi di stoffa cadente. Però pensare che l’aerosol non in uscita ma in ingresso si spaventi quando vede una FP2, e non entri insieme con l’aria che respiriamo, è illusione, così come i sedicenti ambientalisti che vanno per strada con la mascherina sperando che le parti per milione di inquinante non entrino. Ma c’è un ulteriore punto a favore delle chirurgiche: le mie chirurgiche grassocce, con due spessi strati assorbenti ed uno impermeabile in mezzo, certamente assorbivano molto di più della mie attuali FP2, peraltro scelte tra le migliori e ben certificate. Pe non parlare poi delle certificazioni ed autocertificazioni…
I media
Francamente mi ha dato fastidio sentir parlar di covid non so quante ore al giorno, tutti i giorni per due anni, i continui, assillanti appelli “state a casa” e “andrà tutto bene”. Ma mi ha dato ancor più fastidio sentire termini quali “strette”, “giro di vite”, “abbassare la guardia”, “rigore” che pensavo confinati al pugilato, o all’Inquisizione nel Medioevo.
Le crescite esponenziali
Come ben noto, una crescita esponenziale è del tipo: 1 – 2 – 4 – 8 – 16 – 32 – 64 – 128 – 256 ecc.
Chiunque abbia familiarità con grafici, la riconosce dalla prima fase, quando i numeri sono bassi, 1 – 2 – 4 – 8, e si possono prendere provvedimenti in tempo utile. Chi invece si sveglia solo nella seconda fase, quando vede i numeri balzare da 16 a 128, poi si trova ad agire quando i numeri sono già molto grandi: 256 – 512 – 1024 – 2048. Ciò che è avvenuto nella cosiddetta seconda ondata (salvo dare la colpa alle discoteche) e pure nella quarta, ove le discoteche erano chiuse.
VISIONE DALL’ALTO ed appiattimento
Quando uno guarda le cose dall’alto, non solo rischia di prendere lucciole per lanterne – anzi le nostre élite lo fanno costantemente – ma ha una visione appiattita della realtà, come quando uno fa fotografie con uno zoom. Si fa di ogni erba un fascio, non si vedono nemmeno macroscopiche differenze. Le differenze tra una grande città, e i piccoli centri che sono già semideserti per i fatti loro. La differenza tra il Lungomare di Genova o Napoli, su cui insiste l’intera città, e i lungomari dei nostri 3.000 km di costa – o quanti sono-, che al di fuori dell’alta stagione, di qualche week end sono praticamente deserti.
Molti sindaci presero Ordinanze del genere: “Divieto di transito e permanenza in tutti i luoghi adiacenti la battigia: spiaggia, passeggiata a mare, gallerie, molo, scogliere”. Respirare aria di mare farebbe male alla salute? favorisce malattie respiratorie?
Col che hanno ovviamente ottenuto il risultato opposto: ad es., le cittadine della Costa Ligure sono schiacciate sul mare, la Via Aurelia, il lungomare, il budello sono le principali vie di comunicazione trasversale, il budello è la principale via dei negozi. Se impedisci di passare sulla passeggiata a mare, che in molti centri è larga più di dieci metri, la gente è obbligata a passare nel budello, quattro metri scarsi, o nella Via Aurelia, dove talora nemmeno c’è un marciapiede, e se c’è è un metro scarso. Col risultato che la gente per fare la spesa si affolla nel budello e si scontra in continuazione nella Via Aurelia. Insopportabili i governatori e sindaci che per mesi ci hanno detto che vedevano troppa gente in giro, uno ha dato l’impressione di non sapere che nella sua regione ci sono i “budelli”. Poi si è corretto e l’ha spiegato ai media.
Per non parlare dell’assurdità di vietare le gite in barca e le passeggiate nei boschi: assembramenti nei boschi? qualcuno è rimasto ai tempi di Woodstock.
In alcuni comuni della Liguria il 7 luglio 2020 sulle panchine del Lungomare c’era ancora il cartello “Comune di … – Comando Polizia Municipale – DIVIETO STAZIONAMENTO PERSONE – Emergenza Covid-19”; in precedenza un noto sindaco andava sul suo Lungomare a cacciare via chi ohibò si sedeva, per non parlare dei droni alla caccia ed all’inseguimento di eventuali bagnanti.
Sulla costa ligure passava ogni giorno avanti ed indietro un elicottero ed una motovedetta anche loro alla caccia di pericolosi untori.
E gli anziani? molti di quelli che hanno scelto “Case di Riposo”, sono praticamente chiusi nelle strutture da due anni, pagano per esser reclusi: giova alla salute? Nessuno ne parla.
Appiattimento anche tra anziani e giovani, che, almeno nelle prime tre ondate, avevano meno probabilità di morire di covid che di un vaso in testa. Chiudere in casa i giovani con la motivazione che potevano infettarsi e contagiare i nonni non è ottimale.
Il vaccino
L’unica cosa di scientifico è stato il vaccino. Mentre i “virologi” nostrani parlavano, altri preparavano vaccini, a tempo di record.
Ma daccapo le autorità hanno commesso tre enormi errori:
- primo dire che chi prendeva il vaccino non si sarebbe contagiato, né poteva esser portatore sano
- secondo dire di prendere il vaccino per proteggere gli altri, la comunità: il vaccino serve innanzi tutto a salvare la propria pelle, che giovi anche agli altri è una bella cosa ma secondaria
- terzo, e soprattutto, quando a fine anni ’50 e primi ’60 furono introdotti i vaccini ci furono imponenti campagne pubblicitarie per convincere la popolazione, anzi renderla giustamente entusiasta; gli stessi scienziati si diedero da fare per renderli più gradevoli, ad es. la somministrazione tramite zolletta di zucchero invece di puntura. Qui invece obblighi, criminalizzazione e sanzioni.
Peste e carestia
Dallo studio dello Stato dell’Arte, si sarebbe potuto notare come spesso alla peste sia purtroppo seguita la carestia, o crisi economica. Ora pure la guerra.
Certe lobby hanno guadagnato una barca di soldi, chi ha il posto fisso, o comunque lo stipendio fisso, se l’è cavata benino, gli autonomi se la sono cavata male quando non malissimo, o addirittura sono finiti in miseria. E questo lo vedo non solo come un disastro attuale, ma un problema sistemico. Le cose andavano bene quando chi rischiava guadagnava di più di chi preferiva la tranquillità e la sicurezza del posto fisso. La situazione da 30 anni si sta ribaltando, e ciò significa decine di milioni di privilegiati vs. decine di milioni di emarginati o a rischio emarginazione. I quali ultimi, per sopravvivere, troppo spesso sono costretti ad offrire bustarelle a quelli del posto fisso, con buona pace (o meno) dei magistrati.
DAD e smart working
Una cosa però di altamente positiva ci ha lasciato il covid: lo sdoganamento di Dad e smart working. Molto positive perché fanno risparmiare tempo, soldi, carburante, inquinamento, traffico, mezzi di trasporto. Danneggiati i bar nei quartieri lavorativi? si trasferiscano nei quartieri residenziali, ove in genere chi volesse un bel cappuccino caldo con profumata brioche, dovrebbe fare tanta strada da fargli passare la voglia. Per non parlare di un fugace, saporito pranzetto a mezzogiorno.
Dad: a mio modesto avviso dovrebbe esser facoltativa e molto flessibile, da decidere addirittura giorno per giorno, in tal modo a scuola andrebbero solo i docenti, ad occhio metà degli studenti, si eliminerebbero le classi pollaio. Chi l’ha detto che i dispositivi informatici servano solo a chattare, ecc.?
Ci sarebbero ancora tante cose da dire, e documenti da mostrare: un’altra volta: work in progress!